La nave - Giorgio Gaber

La nave - Giorgio Gaber

Альбом
Il teatro canzone
Год
2011
Язык
`Itāļu`
Длительность
327700

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Dziesmas vārdi " La nave "

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La nave

Giorgio Gaber

Una nave, una nave grande, enorme, che va.

Non si sa dove va, non si sa da dove

è partita.

E sopra: molti.

Praticamente tutti

La nave è la vita

La nave è come una nave

Ed essendo una nave è abbastanza normale che vada in mare

Il mare, com'è naturale

Immobile e piatto è quasi perfetto sta lì sempre uguale

La nave ha anche un motore

Ed avendo un motore non sa dove va ma continua a andare

Avanti, avanti, avanti, si può spingere di più

Insieme nella vita a testa in su

La nave e sopra la nave

A parte le masse, son tutti presenti gli amici e i parenti

Manca solo il nonno, povero nonno

Vabbè

Per tutti c'è un buon trattamento

Ognuno ha il suo posto nel proprio recinto

Mi sembra anche giusto

Prima classe, seconda classe, terza classe e poi i disoccupati, gli

extracomunitari, gli Abanesi, gli Slavi- eh sì, anche gli Slavi

La nave è una nave di classe

Il legno del ponte è dipinto di bianco è molto elegante

Ciao, buongiorno, salve, arrivederci, come va, buona giornata, ciao, ciao

Avanti, avanti, avanti, si può spingere di più

Insieme nella vita a testa in su

Sul mare la nave biancheggia

Ha un fascino strano così suggestiva anche quando beccheggia

È un fascino che di dentro- mi sento poco bene eh, vabbè

Ma basta distrarsi la mente

Usare il cervello, pensare un istante a qualcosa di bello

Sì, devo pensare a qualcosa di bello che mi distragga, che mi passa il mal di

stomaco.

Vediamo un po', a cosa posso pensare?

Alla mia ragazza, certo, alla mia ragazza

Ecco mi vedo: la mia mano scivola sui capelli, bello, va giù sulle spalle,

bello, va giù sui seni, bello, va giù, ancora più giù, ancora più giù-

Mi torna tutto su eh, oddio

Il mare, com'è strano il mare

Non è che non senta la sua poesia ma mi fa vomitare

Devo pensare a qualcosa di più convincente, a una tragedia, a un dolore

Al nonno.

Al povero nonno, ha sempre funzionato, vediamo un po'

Mio nonno morì tragicamente nel '36, come Gozzano.

Gli ero così affezionato,

era massone, alto, bel portamento, coi baffi, col fiocco.

Aveva sposato la zia

di una biscugina, l’Elvira, sì, te la ricordi?

Che vita povero nonno

Ogni tanto spariva

Bevitore eh, gran bevitore

A un certo punto il fegato a pezzi, spappolato, putrefatto

Sto male.

Mi torna il vomito, devo resistere, non voglio essere il primo, no no!

Avanti, avanti, avanti, si può spingere di più

Insieme nella vita a testa in su

La nave è un po' troppo vitale

La gente si sbianca ma fa resistenza non vuole star male (Pensate al nonno!)

Sul ponte che è fatto a tre piani

In terza e in seconda e anche in prima si sentono rantoli strani

(No da quelli di prima non me l’aspettavo eh)

Il mare è sempre più grosso

Dai piani di sopra su quelli di sotto si vomita addosso

Una battaglia, una battaglia che cresce: quelli di prima vomitano su quelli di

seconda, quelli di seconda su quelli di terza

Lo scontro è sfrenato, violento, la gente rimanda, reagisce, boccheggia,

un prete esorta a volersi bene, poi si inginocchia e vomita anche l’anima

Un carabiniere mi tiene, allora io mi puntello, cerco di vomitare verso l’alto

ma non ci arrivo.

Quelli di sopra hanno la meglio, si sporgono più che possono

per vomitare, una vera cascata, una violenza, uno scroscio di conati,

un rovescio di filamenti, la nave è tutta piena, tutta piena di vomito,

tutto un vomito, vai, dai!

Avanti, avanti, avanti, si può spingere di più

Insieme nella vita a testa in su

Insieme nella vita a testa in su

Insieme nella vita a testa in su

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