Canzone Della Non Appartenenza - Giorgio Gaber

Canzone Della Non Appartenenza - Giorgio Gaber

Альбом
Il Favoloso
Год
2011
Язык
`Itāļu`
Длительность
340110

Zemāk ir dziesmas vārdi Canzone Della Non Appartenenza , izpildītājs - Giorgio Gaber ar tulkojumu

Dziesmas vārdi " Canzone Della Non Appartenenza "

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Canzone Della Non Appartenenza

Giorgio Gaber

parlato: Quando mi?

capitato di nascere, la maggior parte dei miei

simili si era allontanata da Dio. E per colmare questo vuoto aveva scelto come

nuovo culto

l’umanit?

con tutti i suoi ideali di libert?

e di eguaglianza.

Tuttavia non so se per

coscienza o per prudenza, non riuscendo ad abbandonare completamente Dio, n?

ad accettare

fino in fondo l’umanit?, siamo rimasti come alla deriva del mondo in quella

distanza

aristocratica da tutto comunemente chiamata decadenza.

Insomma siamo nati

troppo tardi per

Dio e troppo presto per gli uomini.

La grande intesa tra me e l’universo

?

sempre stata un mistero

il grande slancio verso la mia patria

non?

mai stato vero

il tenero attaccamento al paese natio

mi sembra l’enfasi pietosa di un mio vecchio zio

tutto quello che ho, tutto ci?

che mi resta

?

solo questa mia famiglia che non mi basta.

Quando non c'?

nessuna appartenenza

la mia normale, la mia sola verit?

?

una gran dose di egoismo

magari un po' attenuato

da un vago amore per l’umanit?.

La mia anima?

vuota e non?

abitata

se non da me stesso

non so bene da quando l’amore per il mondo

mi sembra un paradosso

ma soffrire per gente di cui non si sa l’esistenza

mi sembra il segno un po' preoccupante di qualche carenza

tutto quello che provo?

una vana protesta

?

solo questa mia coscienza che non mi basta.

Quando non c'?

nessuna appartenenza

la mia normale, la mia sola verit?

?

una parvenza di altruismo

magari compiaciuto

che noi chiamiamo solidariet?.

Ma se guardo il mondo intero

che?

solidale e si commuove in coro

i filmati di massacri osceni

con tanti primi piani di mamme e bambini

mi vien da dire che se questo?

amore sarebbe molto meglio

non essere buoni.

Se provo a guardare il mondo civile

cos?

sensibile con chi sta male

il cinismo di usare la gente

col gusto pi?

morboso di un corpo straziante

mi vien da urlare che se questo?

amore io non amo nessuno

non sento proprio niente.

E invece siamo nati per amare proprio tutti

indiani, russi, americani, schiavi, papi, cani e gatti

?

proprio il mondo della grande fratellanza

per nuove suffragette piene d’isteria

o peggio ancora ?, quella sporca convenienza

come sempre mascherata dalla grande ipocrisia

la nostra ipocrisia.

Quando non c'?

nessuna appartenenza

la mia normale, la mia sola verit?

?

una gran dose di egoismo

magari un po' attenuata

da un vago amore per l’umanit?.

E non ci salva l’idea dell’uguaglianza

n?

l’altruismo o l’inutile piet?

ma un egoismo antico e sano

di chi non sa nemmeno

che fa del bene a s?

e all’umanit?.

Un egoismo antico e sano

di chi non sa nemmeno

di fare il bene dell’umanit?.

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